2-6 febbraio 2023
2 febbraio 2023
Arosio-zurigo-stoccolma-kiruna-jukkasjärvi
Il nostro ultimo e breve viaggio in Lapponia inizia giovedì 2 febbraio 2023. Il volo per Stoccolma parte da Zurigo alle 12.40, quindi ci alziamo presto e con l’auto ci dirigiamo all’aeroporto di Zurigo. Alle 9.30 posteggiamo dopodiché ci beviamo un caffè all’interno del famoso Circle (la nuova grande ala dell’aeroporto, che ospita negozi, ristoranti, uffici, studi medici, ecc). Finito il caffè facciamo il ceck-in (chissà perché con swiss non possiamo mai fare i biglietti già a casa) e poi passiamo i controlli di sicurezza. Una volta superato i controlli siamo ufficialmente pronti per la nostra avventura! Cerchiamo quindi un posto dove poter mangiare…e finalmente…dopo qualche ricerca a vuoto (fatichiamo un attimo a orientarci e a trovare la parte dei bar e ristoranti) individuiamo il ristorante Marchè, dove mangiamo la sempre apprezzata zuppa thai con noodle, verdura e tofu.
Con pazienza (e con l’aiuto di una birretta) aspettiamo l’imbarco del nostro volo e in 2h20 (il volo dura un po’ di più a causa del forte vento) siamo a Stoccolma. Una volta atterrati dobbiamo attendere fino alle 21.20 per il volo successivo che ci porterà a Kiruna, purtroppo non abbiamo trovato una combinazione di voli migliore, questo anche perché i voli che vanno a Kiruna sono pochi.
Per fortuna non abbiamo grandi difficoltà a passare il tempo in aeroporto, finché abbiamo a disposizione ristoranti che servono birra e cibo siamo tranquilli. Prima dell’imbarco ci concediamo anche un caffè, ricarichiamo i telefoni e facciamo due parole crociate, così da tenere il cervello attivo e sveglio!
Il volo per Kiruna ha un po’ di ritardo e partirà solo alle 22.00 e alle 23.20 atterriamo a Kiruna, dove ci attendono -19 gradi (in caduta libera durante la notte). Una volta arrivati al CAMP la temperatura si aggira già attorno a -25°.
Mentre veniamo scarrozzati verso il JVT Camp intuiamo che il tour non è proprio come ci siamo immaginati (o come credevo di aver prenotato), infatti non sarà un tour privato con guida, ma con noi ci saranno altre tre persone che conosceremo la mattina seguente.
Il nostro host (che funge anche da autista) ci fa accomodare nell’alloggio della prima notte: si tratta di una cabina allestita con due letti a castello, un tavolo e una stufetta. Il gabinetto è all’esterno, ed è una piccola casupola (senza luce all’interno) in vero stile nordico: una semplice (e ghiacciata) fossa biologica.
Ci viene fornito il sacco a pelo per la notte con tanto di federe, sacca impermeabile ecc (materiale che ci servirà anche per i giorni a seguire).
In un attimo ci sistemiamo (anche perché la mezzanotte è passata da un po’) e ci corichiamo, anche se un po’ infreddoliti e un po’ agitati per il giorno dopo (io in particolare, perché responsabile di aver organizzato questo viaggio). Riusciamo a dormire qualche oretta, anche se durante la notte i cani dell’allevamento a volte abbaiano, ma non in modo esagerato.
3 febbraio 2023
jukkasjärvi-jvt Camp e via con i cani…
Ci svegliamo abbastanza presto, per poter preparare le nostre cose e avere il tempo di far colazione. La colazione è servita in una “baracca” appena riscaldata da una stufetta a gas e li troviamo acqua calda, caffè, cereali, cracker e un po’ di salumeria. Mentre facciamo colazione conosciamo la nostra guida (Martin) che per i prossimi tre giorni ci porterà in giro per la Lapponia con i cani da slitta. Nel mentre conosciamo anche i nostri compagni di viaggio (Sheila, una signora inglese che festeggia il suo 50° compleanno e una coppia – anche inglese – dove lui festeggia il 60° compleanno). In vero stile British sono cordiali ma di poche parole.
Finita la colazione ci viene suggerito di prepararci un panino per il pranzo e fare il pieno delle termos. Prima di conoscere i cani miglioriamo il nostro equipaggiamento prendendo i guanti e le scarpe adeguate al clima e al tour: oggi è particolarmente freddo e il termometro segna -29°.
Martin ha un allevamento con 20 cani a 100 metri dal camp JVT. Le slitte sono già pronte, dobbiamo solo caricarle con i nostri bagagli (uno zaino e il sacco a pelo), iniziare a conoscere i cani e capire cosa dobbiamo fare (come imbracarli, chi è il leader, come vanno attaccati alla slitta, come guidare e gestire slitta e cani). In base alla nostra stazza e presunta abilità Martin ci affida un team di cani e una posizione all’interno della carovana di slitte.
Finite le spiegazioni e posizionati i cani davanti alle slitte si parte. Una buona cosa è capire in fretta come frenare e come rilassasi sulla slitta per poi lasciar correre i cani il più possibile (se possono correre almeno un paio d’ore senza continuare a fermarsi si calmano velocemente e la pausa pranzo diventa più piacevole per tutti).
Trovo affasciante vedere come i cani capiscono quando è il momento di partire e quanta voglia hanno di correre. Difatti durante la preparazione delle slitte i cani vanno gestiti con pazienza e tenuti al loro posto (ognuno di noi deve stare accanto ai propri cani mentre si finiscono di preparare le altre slitte). Questo serve a far si che i cani non inizino a correre in cerchio aggrovigliando cavi e slitte.
La carovana è cosi composta: Martin (con 6 cani), Sheila, io, Andy, Carol e Andrew. Ognuno di noi ha un team composto da 4 cani, alcuni dei quali giovani e al primo tour, altri invece già abituati.
I cani sanno che devono seguire la slitta principale e quindi noi non dobbiamo dare ordini verbali o altro. L’unica cosa (che forse è la più importante) e sapere come e quando frenare la slitta, perché solo così i cani si fermeranno!
…pronti, partenza, via…facciamo la prima curva, rallentiamo tutti un po’ per prendere confidenza con le slitte e Martin controlla che sia tutto ok, poi non ci si ferma più…e così inizia sul serio la nostra avventura in pieno contatto con la natura della Lapponia. I cani corrono silenziosi sulla neve e l’unico rumore che si sente è il fruscio della slitta. Il sole si sta alzando, anche se la temperatura resta ben sotto lo zero. Mani e piedi cominciano a sentire il freddo e le ciglia sono completamente congelate, ma lo spettacolo che si apre davanti ai nostri occhi è impagabile: tutto è imbiancato dalla neve, nessun rumore e vediamo solo alberi, neve, fiumi e laghi ghiacciati e qualche collina all’orizzonte…nient’altro! Devo ammettere che mi sono emozionata tantissimo e ho dovuto trattenere le lacrime per paura che mi si congelassero gli occhi!
Dopo aver viaggiato attraversato pinete, fiumi e laghi ghiacciati per circa due ore ci fermiamo per il pranzo. I cani hanno lavorato bene e ora sono tranquilli, quindi anche loro apprezzano il momento di pausa. Noi dobbiamo preparare il nostro piccolo accampamento di mezzogiorno: a qualcuno tocca scavare una buca per poi preparare e accendere il fuoco, mentre altri sistemano il terreno per fare delle “poltrone” attorno al fuoco. Una volta acceso il fuoco ci mettiamo comodi sui tappetini (niente pellicce di renna…qua adottano una versione più moderna, leggera e meno ingombrante), scaldiamo i nostri panini al fuoco e ci prepariamo una zuppa istantanea, che normalmente guarderei con un po’ di diffidenza (per non dire altro), ma in quel momento mi è sembra la cosa migliore che potessi avere per pranzo: liquida, calda e veloce! Ci fermiamo per circa un’ora e poi ripartiamo ad esplorare la natura della Lapponia. Alle 14.30 il sole tramonta aumentano le emozioni in generale…lo spettacolo che la natura ci offre è decisamente stupendo. Alle 15.30, dopo 26 km di slitta, siamo al camp dove dormiremo. Il camp è un rifugio composto da tanti piccoli alloggi (di grandezza variabile), un wc esterno, una sauna e una struttura principale custodita e ben riscaldata, dove si mangia. A noi viene dato un alloggio “privato” da 4 posti letto (i soliti due letti a castello e una stufetta a gas)…ed è talmente freddo che troviamo del giaccio anche all’interno della porta…
Come prima cosa dobbiamo dare la merenda ai cani, poi preparare la cena dei cani e infine andare a prendere l’acqua al fiume…dopo aver fatto tutto questo avremmo diritto anche noi a una piccola merenda! La merenda per cani consiste in piccoli pezzi di carne congelata, che loro amano molto.
Il nostro compito è quello di rompere i blocchi di carne congelata con le accette, dopodiché vanno messi nei contenitori per poi aggiungerci l’acqua calda e preparare il “pastone” che fungerà da cena. Il vantaggio di questo lavoro è che ci si scalda velocemente. Mentre noi prepariamo la carne, Martin accende il fuoco della caldaia per poi farci bollire l’acqua. Finito con la carne scendiamo al fiume con i bidoni da riempire con l’acqua. Sembrerebbe che il giorno prima hanno avuto un po’ di problemi ad aprire il buco…quindi a noi tocca il duro lavoro di aprire e allargare il buco (altrimenti non riusciamo a pescare l’acqua). Dopo un po’ di fatica riusciamo a riempire i bidoni che serviranno sia ai cani che a noi!
Finiti i lavori entriamo a scaldarci e a guastarci una tazza di te. Attorno alle 17.00 ci tocca nuovamente uscire per dare la cena ai cani. Alla carne che abbiamo precedentemente messo in ammollo in acqua calda va aggiunta una parte di cibo secco, e mentre distribuiamo le ciotole siamo distratti da una luce verde….è arrivata l’aurora boreale!!! Leggera, fluttuante e dinamica danza sopra le nostre teste… Ormai siamo tutti presi da questo spettacolo…quindi mentre facciamo fotografie e vaghiamo con il naso all’insù Martin finisce di dare la cena ai cani.
Dopo un po’ il freddo inizia a farsi sentire e ci ritiriamo nel edificio principale, il quale è illuminato solo da qualche candela (niente acqua corrente e niente elettricità da queste parti) e grazie alla grande finestre possiamo continuare ad ammirare le luci del nord! Nel frattempo scaldiamo e carichiamo (grazie alle power bank) i telefoni. Il mio telefono a causa del freddo è andato un po’ in tilt…quindi niente fotografie super spettacolari dell’aurea boreale, ma tanti bei ricordi nel cuore! Ci scaldiamo, rilassiamo e giochiamo un po’ a carte in attesa della cena. Alle 18.30 è arrivato anche l’altro gruppo che si fermarà nello stesso rifugio per la notte e alle 19.30 la cena è pronta: minestra di lenticchie, poi torte salate (una al salmone e una alla feta e verdure). Il rifugio è custodito da Michelle, una giovane ragazza di Vienna, alla sua seconda stagione con il JVT tour, la quale si occupa del rifugio e in particolare della cucina preparando, pranzi, cene, merende e colazioni per tutti.
Finita la cena Martin ci espone il programma per il giorno seguente: alle 7.00 dobbiamo dare la colazione ai cani, poi possiamo fare colazione noi e per le 8.30/9.00 si parte per un altra giornata con cani e slitte. Ci annuncia anche che la sauna è calda, e ci suggerisce di farci un giro prima di andare a dormire, anche perché in sauna c’è la possibilità di trovare un po’ di acqua calda per darsi una risciacquata. I nostri compagni di viaggio non sembrano molto propensi a provare questa esperienza, mentre noi vogliamo osare!
Andiamo in “camera” e sistemiamo i sacchi a pelo per la notte e le cose per il giorno dopo. Appendiamo guanti e vestiti per mantenerli “al caldo”, dopodiché mettiamo in una sacca i vestiti per la notte e un asciugamano e andiamo verso la sauna. Lo spogliatoio ha una temperatura molto simile a quella esterna…con coraggio ci togliamo i vestiti e di corsa entriamo nella sauna. Aggiungiamo legna alla stufa della sauna per tenerla bella calda e prendiamo anche un po’ di acqua per rinfrescarci. Siamo soli e quindi ci godiamo il momento. Dopo circa 20 minuti ci sentiamo rigenerati, usciamo dalla sauna, ci vestiamo e con agilità (stimolati dalla temperatura glaciale) torniamo in camera pronti ad infilarci nei sacchi a pelo. Prima di dormire provo a mettere la crema del viso…ma scopro che è congelata…vabbè, riproverò domani mattina.
Ci suddividiamo i letti come segue: Andy sopra dal lato della stufetta e io sotto dal lato opposto…dopo un po’ mi sposto direttamente sotto Andy (quindi vicino alla stufetta) perché comincio a sentire freddo. Non tanto tardi (penso che non sono nemmeno le 22.00) siamo nel mondo dei sogni. Durante la notte a volte i cani ululano e abbaiano, ma tutto sommato domiamo bene.
4 febbraio 2023
magia in giro per la lapponia
Ci svegliamo presto, Andy lamentandosi per il caldo e io per il freddo….in effetti dal pavimento sale il freddo e sotto il soffitto la temperatura è molto calda! Ci prepariamo iniziando a infilarci quasi tutti gli strati, e io ritento con la crema del viso…che è però ancora congelata (questo rende l’idea della presunta temperatura all’interno della nostra stanza!). Indossiamo anche le pile frontali e andiamo a dar da mangiare ai nostri compari. Troviamo già Martin attivo, mentre delle signore inglesi nessuna traccia, arriva Adrew a darci una mano e dopo un po’, a lavoro quasi ultimato compare anche Carol. Finiamo con i cani e andiamo anche noi a fare colazione. Finita la colazione e dopo aver scoperto che durante la notte la temperatura ha raggiunto i -34° raccogliamo le nostre cose, ci diamo un’ultima sistemata e attendiamo istruzioni per iniziare la giornata con i cani.
Martin ci fa vedere dove posizionare le slitte (alternate, allineate e alla giusta distanza), ci chiede di fare il pieno di legna e ci mostra ancora una volta come imbragare i cani e poi ci da il via per prepararli tutti assieme. Una volta imbragati i cani iniziamo a preparare la prima slitta (quella di Martin), poi facciamo quella di Carol, poi la mia e via fino all’ultima. Una volta che tutte le slitte sono pronte possiamo salirci e Michelle (che oggi ci seguirà) ci da una mano con le partenze (in particolare per sganciare i freni “fissi” delle slitte”).
Pronti, partenza, via e inizia la seconda giornata tra boschi incantati e paesaggi magici! Oggi il sole non sembra volersi mostrare e le temperature sono rigide quando ieri (se non di più), ma il paesaggio è sempre maestoso e affascinante. Anche oggi viaggiamo per più di due ore prima di fare la pausa pranzo, ma visto il freddo facciamo spesso delle mini pause per mantenerci caldi e attivi e…per aspettare Michelle che ha 4 cani a fine carriera, quindi un po’ lenti.
Per pranzo ci fermiamo vicino a un boschetto, lungo una pista principale e come il giorno precedente prepariamo il nostro accampamento. Anche oggi il menu prevede panini (preparati prima di partire) e zuppa istantanea. Ci scaldiamo e rifocilliamo davanti al fuoco e dopo un’oretta ripartiamo. Io sono particolarmente presa dalla situazione e a volte mi identifico nei cani senza quindi valutare bene le misure….durante la partenza sottovaluto dei rami di un alberello di pino e mi faccio spazzar via cuffia e occhiali! Fermo al volo i cani, recupero il mio abbigliamento e ora sono davvero pronta a partire…portando però con me mezzo albero che investo sulla seconda partenza (perché credo ancora di potermi muovere come cane e quindi penso di poterci passare senza difficoltà!).
Viaggiamo attraverso colline, boschi, fiumi e laghi giacciati e Carol, finalmente, inizia a prendere un po’ più di confidenza con la slitta: frenando e cadendo meno spesso…questo rende ancora più piacevole il percorso. A volte percorriamo delle strade che d’estate sarebbero sterrate, mentre in altri momenti ci troviamo all’interno della vegetazione sgusciando qua e la tra gli alberi.
Quasi a fine giornata, dopo uno stop improvviso per non investire (per l’ennesima volta) Carol che è caduta su una curva stretta riesco a cadere (quasi da ferma) anch’io…per fortuna la slitta si “frena da sola”, recupero il tutto e riparto come se nulla fosse (o quasi).
Una volta finita l’escursione ritorniamo al rifugio e la routine si ripete: merenda ai cani mentre si prepara la loro cena, recupero dell’acqua al fiume, poi facciamo noi merenda, cena ai cani e infine ceniamo noi.
Oggi per cena Michelle ci prepara zuppa di patate e poi chili in versione vegetariana, con ceci e mais (già perchè Martin è vegano). Finita la cena e definito il programma per il giorno* dopo decidiamo di fare ancora la sauna.
*gli altri componenti del gruppo devono essere presto al JVT Camp perché hanno programmato delle altre escursioni durante la giornata, mentre noi ci aspettavamo di farci ancora tutto il giorno con i cani e anche di pescare (questo stando a quanto avevo inizialmente concordato quando ho prenotato). Discutiamo la cosa con Marti che sembra sorpreso dell’apprendere le nostre aspettative…quindi decidiamo di lasciare le cose come devono andare e di vedere il giorno dopo cosa accadrà.
Stasera in sauna troviamo compagnia, ma c’è comunque posto per tutti! Ci facciamo una bella sudata e poi usciamo a rinfrescarci con la neve per poi rientrare ancora in sauna. Dopo i due giri di sauna siamo pronti per infilarci nei sacchi a pelo e affrontare la notte. Questa volta decido anch’io di dormire nel letto in alto, dove arriva più caldo…infatti si rivela un’ottima decisione…anzi fa quasi troppo caldo, ma questo mi permette di dormire con qualche strato in meno e con il sacco a pelo quasi aperto!
5 febbrai0 2023
l’avventura continua…
Dopo una notte rigenerante cominciamo la giornata con la solita routine mattutina tra cani e esigenze personali. Alle 8.30 siamo già in viaggio e in meno di 1 ora siamo al canile di Martin. Con calma liberiamo i cani e li riportiamo ognuno nella loro cuccia. Dopo le foto e i saluti di rito ritorniamo al JVT Camp e attendiamo notizie sul proseguimento della nostra giornata. Ci teniamo al caldo nel locale colazione, bevendo qualche tisana.
Dopo un bel po’ l’host ci informa che hanno trovato qualcuno che ci porterà a pescare sul ghiaccio e che se vogliamo possiamo ancora fermarci li per la notte. Noi nel frattempo però abbiamo deciso di voler dormire a Kiruna, così da avere la possibilità di farci un giretto in città e mangiare qualcosa al ristorante. Nel frattempo facciamo conoscenza con Denise, la nostra guida per oggi, che ci accompagna a prendere i caschi che ci serviranno per la motoslitta. Una volta attrezzate le motoslitte e ricevute le indicazioni del caso partiamo alla ricerca di un laghetto che forse ci permetterà di catturare qualcosa! Dopo una buona mezzora di viaggio ci fermiamo e iniziamo a scaricare il materiale. Denise ci da la trivella e Andy inizia a fare il buco, che risulta profondo all’incirca 70 cm, dopodiché attrezziamo le canne con i vermi e iniziamo a pescare con moooolta paziente. Denise accende anche un bel fuoco, dove fa bollire dell’acqua e scalda i panini.
A un certo momento sento dell’agitazione nell’aria e vedo gli occhi di Andy che iniziano a brillare…: sembrerebbe che qualcosa ha abboccato…tira, molla, recupera, guarda nel buco…e poi finalmente vediamo la preda, un bellissimo esemplare di pesce persico (che appena esce dall’acqua si congela all’istante). Faccio le foto al pescatore stando attenta a farle bene (sembra un evento abbastanza eccezionale e non vorrei mai toppare la fotografia di rito) e mentre Denise prende un pezzo di legno per uccidere il pesce Andy chiede candidamente se può lasciarlo andare: malgrado l’evidente delusione della nostra guida Andy può liberare il pesce che in un attimo ritorna arzillo a nuotare nell’acqua gelida.
Qualche minuto dopo anche Denise fa un buco e inizia a pescare…più tardi scopriamo che è la prima volta che in un uscita del genere qualcuno prende un pesce…(lascio a voi commenti e pensieri sulla situazione!) Mangiamo i nostri panini al prosciutto che colano burro e formaggio da ogni angolo e ritorniamo a pescare senza però aver fortuna. Ormai il sole sta tramontando, quindi raccogliamo nel nostre cose, rimontiamo sulle motoslitte e rientriamo al Camp.
Una volta al camp riconsegniamo gli indumenti che abbiamo noleggiato, prendiamo le nostre cose e Denise, dal momento che è di strada, si offre di portarci in centro a Kiruna. Ci scarica davanti all’hotel e in pochi minuti ritorniamo alla civiltà…come prima cosa ci godiamo una bella doccia calda, dopodiché scendiamo al pub del ristorante per una birra! Decidiamo di cenare in centro, a un food truck che ci ha consigliato Denise, e mentre passeggiamo verso la tenda scopriamo che Kiruna è una città fantasma: negozi e ristoranti sono tutti chiusi e abbandonati. Troviamo la stazione di benzina con il food truck e la tenda e ordiniamo kebab di renna e panino alla renna…e risulta tutto squisito e secondo le aspettative!
Finita la cena rientriamo in albergo e ci facciamo una super dormita.
6 febbrai0 2023
ultimi momenti di inverno…
Una volta svegliati prepariamo gli zaini e usciamo a farci un giro per la città deserta in attesa che arrivi il taxi che ci porterà in albergo. Quando finalmente troviamo un “bar” aperto entriamo a fare colazione con un hamburger di bassa qualità e cerchiamo qualche informazione sulla città di Kiruna. Scopriamo che la città è deserta perché dal 2017 stanno costruendo il nuovo centro cittadino a qualche chilometro di distanza, questo perchè la città attuale sta letteralmente sprofondando dal momento che giace sopra una delle più grandi miniera di ferro del mondo.
Finita la colazione andiamo a vedere la chiesa di Kiruna, un edificio in legno costruito nel 1907 su una collinetta. La chiesa è grande e nei prossimi anni verrà completamente spostata nella nuova sede della città a 3 km di distanza. Finito il mini tour andiamo a prendere il taxi e in 20 minuti siamo all’aeroporto.
La giornata si prospetta tranquilla, in attesa di passare i controlli e volare a Stoccolma, l’aeroporto è decisamente piccolo e tutto si svolge in modo tranquillo. Atterriamo a Stoccolma, sbarchiamo e ci fermiamo al Gate di uscita in attesa di essere imbarcati di nuovo sullo stesso aereo che ci porterà a Zurigo. Il volo si svolge in tranquillità e ritorniamo a casa felici della nostra avvenuta Wilde in Lapponia svedese!