...in cucina e non solo

Alla scoperta dell’Islanda

Islanda

…due informazioni

L’islanda (che significa “terra del ghiaccio”) è un’isola che si trova nell’oceano Atlantico. Nel 2021 contava circa 372’520 abitanti (il Ticino ne conta circa 353’343) per una superficie di 102’90 Km2. La capitale, Reykjavìk, ha circa 125’000 abitanti.

Dal 1944 l’Islanda risulta indipendente e non fa più parte del regno di Danimarca.

L’isola è caratterizzata da una discreta attività vulcanica, con zone desertiche, geyser, montagne e ghiacciai (10% della superficie totale, si tratta della terza calotta glaciale dopo l’Antartide e la Groenlandia).

Per raggiungere l’Islanda ci sono due vie: via mare o via cielo. Via mare c’è un unico traghetto che parte una volta a settimana dalla Danimarca (dal porto di Hirtshals) e impiega circa 3 giorni a raggiungere Seydisfjordur (con una tappa di 6-8 ore sulle Isole Faroe)…ed ovviamente noi abbiamo scelto questa opzione per raggiungere ed esplorare l’Islanda con il nostro amato furgoncino!

È da qualche settimana che ci stiamo preparando a questa avventura e come sempre le cose più importanti sono: l’ottimizzazione dello spazio, scegliere gli abiti adeguati e portare le giuste scorte di cibo. Andy si è principalmente occupato di un altro aspetto fondamentale: le attrezzatura da pesca (canne, esche, waders, ecc). Questa volta abbiamo provato a minimizzare ancora di più il tutto (tranne le attrezzature da pesca che occupano l’intera parte inferiore del baule) questo per permetterci di muoverci ancora più agilmente all’interno del furgone, in particolare se il tempo non dovesse essere clemente nei nostri confronti.

Ed eccoci qua, trepidanti e curiosi di affrontare questo viaggio e di condividerlo in parte con voi.

26 maggio 2023

iniziano le vacanze

Sono le 11.20 quando partiamo con il nostro furgoncino da casa, oggi il tempo in Ticino è finalmente bello e caldo e noi ci apprestiamo a fare 15 ore di auto o più (a dipendenza del traffico) per andare a prendere un traghetto che ci porterà nella nordica e fresca Islanda. Il navigatore ci propone il percorso più breve con arrivo alle 3.30 del 27 maggio passando da: San Bernardino, Bregenz, Hannover, Amburgo e poi Hirtshals (DK). Le prima ore di auto sono tranquille, senza traffico, ma appena passiamo il confine e arriviamo in Austria iniziano le prime code. Stiamo fermi 10 minuti abbondanti per pendere l’autostrada a Bregenz e poi proseguiamo tra traffico scorrevole e incolonnamenti fino a perdere più d 40 minuti a causa di un cantiere in Austria. Siamo consapevoli che è il venerdì prima di un week end lungo, quindi non troviamo solo il traffico pendolare, ma anche altri turisti/vacanzieri come noi che sono in partenza. Siamo zen, portiamo pazienza e guidiamo con prudenza.

Una volta passate le 19.00 non troviamo più colonne, ma solo traffico scorrevole e così, minuto dopo minuto, maciniamo chilometri su chilometri. L’obiettivo, non dichiarato, è quello di superare Amburgo prima di dormire, così da poter percorrere gli ultimi chilometri in tranquillità sabato mattina. Ci fermiamo a dormire in un’area di servizio che è già l’una di notte, ci sistemiamo all’interno del furgone (così da non farci disturbare troppo dal rumore dell’autostrada) e dormiamo tranquilli.

27 maggio 2023

400 km da Hirtshals

Un po’ prima delle 6.00 ci svegliamo ben ripostati, prendiamo un caffè e ci rimettiamo in auto. Alle 6.57 superiamo il confine tra Germania e Danimarca e proseguiamo senza traffico e con il sole splendente verso il traghetto. Alle 10.20 siamo al porto di Hirtshals e attendiamo con pazienza le 12.00 per poter essere poi imbarcati. Nell’attesa prepariamo già i bagagli che portiamo con noi e sistemiamo il resto in modo che non vada troppa roba a zonzo durante la traversata…infatti ci sono buone possibilità di trovare mare grosso! Il termometro segna 11°, ma il vento fa si che la temperatura percepita sia inferiore.

Alle 12.00 iniziano e imbarcare le prime auto e alle 13.30 prendiamo possesso della nostra cabina. In attesa della partenza esploriamo sommariamente la nave e decidiamo di stare un po’ sul ponte a crogiolarci al sole. Dopodiché mangiamo un “panino aperto” al bar e poi relax.

La nave parte un po’ dopo le 15.00 e le prime ore di navigazione sono tranquille. Approfittiamo per fare una bella doccia e a un certo punto ceniamo, Andy mangia un panino ai gamberetti (chi ci conosce da un po’ sa che sono la sua passione), mentre io opto per del merluzzo al forno con riso in bianco. Finita la cena torniamo tranquilli in camera…le pastiglie per il mal di mare che stiamo prendendo ci fanno venire particolarmente sonno, quindi ci addormentiamo in tempo zero…

28 maggio 2023

una lunga giornata di navigazione

La notte è tranquilla e ci facciamo cullare dalla onde, quando ci svegliamo al mattino non abbiamo tanta voglia di girare per la nave…il mare non è molto grosso, ma i movimenti della nave si percepiscono e decidiamo quindi di essere prudenti. Dopo mezzogiorno ci facciamo coraggio e decidiamo di salire sul ponte a prendere una boccata d’aria, ma non duriamo nemmeno un minuto: per i nostri gusti si muove troppo e in un batter d’occhio siamo di nuovo sdraiati sul letto dove ci sentiamo subito meglio.

A un certo punto decidiamo di mangiare solo qualche grissino, per non sollecitare troppo i nostri stomaci e poi continuiamo a rilassarci e dormicchiare nel letto…anche perché non ci resta molto da fare, infatti dobbiamo ammettere che non tolleriamo particolarmente bene il mare e che preferiamo restare tranquilli e prudenti per evitare di star male.

Ci annoiamo un po’, ma ne approfittiamo anche per riposare, così da avere poi il massimo delle energie una volta arrivati in Islanda! Domani 29 maggio alle 7.30 (8.30 in svizzera) si arriva a Tòrshavn (Isole Faroe) e li staremo fermi fino alle 13.00…poi ultima tratta fino in Islanda.

29 maggio 2023

piccolo stop a Tòrshavn (isole faroe)

Anche stanotte dormiamo come dei ghiri, malgrado il mare sia abbastanza turbolento. Ci svegliamo attorno alle 6.00 e con calma iniziamo a prepararci. Il capitano annuncia l’arrivo in orario alle isole Faroe, anche se dovremmo attendere un po’ prima di scendere. Dal momento che l’avvicinamento al porto comporta mare tranquillo decidiamo di fare colazione con i famosi panini aperti (due classici: salmone e gamberetti) e con pazienza attendiamo di poter mettere i piedi sulla terraferma.

Alle 8.15 siamo nel porto di Tòrshavn (la capitale delle Isole Faroe) e iniziamo a camminare per esplorare la cittadina e per sgranchirci un po’ le gambe. La meteo risulta ventosa e a tratti piovigginosa, ma meno freddo di quello che ci si poteva aspettare (forse anche perchè siamo ben vestiti e un po’ abituati a questi clima nordici). Cammina e cammina e in meno di due ora maciniamo 12’000 passi! Vediamo il famoso stadio di calcio dove spesso la nazionale svizzera ha giocato contro le Isole Faroe e poi vediamo (sempre dall’esterno perché chiusa) la chiesa principale.

Mentre siamo alla ricerca di un bar aperto, facciamo qualche foto qua e la, ma nulla da fare, è tutto chiuso. Quando finalmente adocchiamo l’unico bar/caffetteria aperto (probabilmente di tutta l’isola) scopriamo che è strapieno…quindi nulla…continuamo a camminare e andiamo a vedere il faro con i suoi cannoni per poi crogiolarci per qualche minuto su di una panchina e infine ritornare sulla nave.

Approfittiamo della nave ferma in porto per leggere la guida all’Islanda e lavorare un po’ e riusciamo anche a mangiare un boccone per pranzo. La nave salpa alle 13.00 e fino a circa le 14.00 restiamo al bar…poi le onde iniziano a farsi più presenti e decidiamo di ritirarci in camera sopraffatti dall’effetto sonnifero della pastiglia per il mal di mare.

Il capitano ha appena annunciato che l’attracco in Islanda è previsto per domani alle ore 10.00 (ore 12.00 in Svizzera) e noi nel frattempo continueremo a preparaci per affrontare al meglio le prossime due settimane e mezzo in giro per l’Islanda.

30 maggio 2023

…e ora chi ci ferma più?!

Dopo una notte decisamente movimentata di balli sfrenati in mezzo all’oceano atlantico, dove però riusciamo a dormire come dei bebè in culla, ci svegliamo riposati e pieni di voglia di toccare la terra ferma e di esplorare l’Islanda. Alle 9.00 attracchiamo al porto e in 20 minuti siamo sulla terra ferma. 

Come prima cosa passiamo il controllo doganale  dove ci lasciano due indicazioni sulle norme di circolazione locali e poi partiamo per la nostra avventura on the road. La prima tappa è Egilsstaòir (piccola cittadina dove ci sono negozi e stazioni di benzina), lì facciamo una piccola spesa e comperiamo le tessere ricaricabili per poter fare il pieno di benzina. Ora che le prime incombenze sono state fatte possiamo cercare un lago per pescare…e senza far fatica lo troviamo. La meteo sembra della nostra: soleggiato con picchi di 18 gradi, ma ovviamente molto…molto vento!

Tra una pescata e l’altra passa anche mezzogiorno e mentre Andy si diverte a pescare io cucino un piatto di pasta al volo. Dopo i primi 10 minuti di pesca Andy prende un bellissimo salmerino lungo più di 40 cm che però lascia subito libero (dopo aver fatto le foto di rito).

Prima di pranzo riusciamo anche a fare due chiacchiere con un americano incuriosito dalla pesca di Andy, che dopo averci fatto qualche domanda su quanto e come pesca (in particolare sul QUANTO) definisce Andy un “junky boy” della pesca (un drogato di pesca)…lascio a voi ogni altro pensiero e commento!

Finito il pranzo ci spostiamo in direzione Bakkageròi: un minuscolo paesino sul fiordo, dove c’è un’area campeggio, un caffè e una chiesa. Lì si trova anche una casa del 1899 tutta ricoperta di erba (conosciuta come Lindarbakki)…beviamo un caffè in una bar molto carino e Andy valuta la pescosità del fiordo. Purtroppo ci sono troppe alghe, quindi ritorniamo dalla strada da cui siamo venuti e puntiamo ad un lago che si trova nell’entroterra (Saenautavatn). Prima di rimetterci seriamente in viaggio facciamo qualche tappa dove ci gustiamo e fotografiamo il paesaggio, senza ovviamente mai privarci di qualche lancio di pesca.

Una volta ripresa la strada verso il nostro obiettivo e dopo 10 km di sterrato e a 7 km dal lago troviamo una brutta sorpresa: la strada è chiusa perchè non agibile (strada sterrata con forte possibilità di restare impantanati), giriamo quindi il furgoncino e ci gustiamo per la seconda volta uno spettacolare paesaggio lunare.

Proseguiamo in direzione del mare e per diversi chilometri (una trentina abbondanti) non troviamo nessun segno di civiltà, solo natura incontaminata. Una volta arrivati al mare sono già le 19.30 passate (e il sole non accenna a scendere), decidiamo però di fermarci in un campeggio semi deserto poco distante da Vopnafjörour. Siamo in aperta campagna, vicino a una fattoria con vista sulle montagne innevate. Nel campeggio c’è una sola tenda e poco dopo di noi arriva un’altra auto, ma la zona è assolutamente tranquilla. Per cena Andy prepara agnello con patate, una bontà!

L’obiettivo di domani è quello di proseguire in parte lungo i fiordi e poi nei prossimi giorni raggiungere il lago Myvatn e le famose cascate Diettifoss.

31 maggio 2023

la pace in mezzo al nulla

Ieri sera, dopo la lunga giornata esplorativa ci siamo addormentati facilmente. La temperatura durante la notte è scesa attorno ai 6 gradi, ma il sole era già alto alle 4.00. Alle 6.00 eravamo già svegli, dopo un po’ ci alziamo e facciamo colazione. Andy prepara una super frittata con patate, che ci darà la carica per affrontare un’altra giornata verso il nord dell’Islanda. Una volta impacchettato tutto ci spostiamo di qualche centinaio di metri e Andy inizia a pescare (un merluzzo e un salmerino che diventeranno la nostra cena).

Finita la pescata mattutina proseguiamo in direzione Pórshöfn dove ci fermiamo per un pipi stop e un’altra battuta di pesca. A Pórshöfn non c’è molto, tranne una chiesetta e uno stabilimento per la salatura delle aringhe. Finita la pausa pesca ripartiamo in direzione di Rauòanes, una riserva naturale, dove c’è la possibilità di fare una bella escursione di circa 7 km lungo la scogliera. Li vediamo delle bizzarre formazioni rocciose e le famose pulcinelle di mare. Purtroppo le pulcinelle di mare le vediamo solo da lontano, perchè sono tutte in acqua, ma vi assicuriamo che erano tantissime. Anche oggi abbiamo la fortuna di trovare il sole e temperature molto gradevoli, anche se il vento in vicinanza del mare è sempre abbastanza forte.

Finita la passeggiata riprendiamo il furgoncino e proseguiamo in direzione Raufarhörn, poco più a nord di Raufarhörn (oltre la linea del circolo polare artico) dovrebbero esserci dei laghi pescosi e tranquilli: la zona è decisamente remota e isolata, fuori dal circuito turistico. Prima di addentrarci nella parte più isolata però facciamo benzina e mangiamo qualcosa nell’unico bar del posto…originale e a inizio stagione dove ci serve un’improponibile e non fotogenica zuppa di pesce a base di: panna, glutammato, microverdure e forse gamberetti (e pensare che Andy aveva ordinato un Fish & Chip).

Dopo il pranzo tardivo (sono ormai già le 14.00) ripartiamo e dopo 20 minuti troviamo i laghi che cerchiamo e Andy inizia a divertirsi pescando delle belle trote! Oggi il ritmo è lento ed è dettato dalla pesca…pesca qua e pesca la e il sole non scende mai…ma i nostri stomaci iniziano a richiedere qualcosa…si son fatte le 19.30…quindi ci apprestiamo ad accamparci e a preparare la cena (come sempre al top, grazie al super cuoco Andy!). Finita la cena e finito di sistemare tutto Andy ritorna a pescare, mentre io faccio il resoconto della giornata e provo a buttar lì due righe per questo blog.

1 giugno 2023

esplorando il nord

Ieri ci siamo lasciati mentre scrivevo il blog…e oggi riprendo dicendovi che la nostra notte in “free camp” è andata benissimo. A dover di cronaca devo anche dire che nel raggio di svariati km (almeno 50, se non il doppio) da dove ci trovavamo non c’era mezza aera di campeggio e nemmeno anima viva! Malgrado la notte super tranquilla Andy si sveglia presto e decide quindi di andare a pescare, mentre io riposo ancora un po’. Alle 9.00 ci rimettiamo in marcia e percorriamo tutta la 870 (rigorosamente sterrata) fino a Kópasker e da li proseguiamo fino a Ásbyrgi dove ci fermiamo per un caffè per poi proseguire lungo la 862 in direzione delle Dettifoss, una delle cascate più impressionanti d’Islanda, con i suoi 45 metri di altezza e 100 di larghezza che rovescia a valle 400 metri cubi di acqua al secondo, sollevando spruzzi visibili fino a 1 km di distanza.

Percorriamo il breve sentiero che ci porta alle cascate Dettifoss e alla più piccola Selfoss, dove possiamo anche ammirare il profondo canyon scavato dal fiume. Dopo le cascate proseguiamo in direzione Reykjahlío, ma prima di raggiungere il villaggio che si affaccia sul lago Myvatn ci fermiamo a vedere le pozze fumanti e sulfurei di Hverir. Pranziamo a Reykjahlío, in una ristorante annesso a una fattoria (che si rivela un ottimo consiglio dalla sempre fedele Lonely Planet) e poi proseguiamo all’esplorazione della zona.

La prima tappa del pomeriggio è nella zona di Krafla, dove c’è anche una grossa centrale geotermica. Prima visitiamo Viti (che in Islandese significa inferno): un cratere del diametro di 300 metri con una lago che ne ricopre il fondo, poi ci fermiamo a Leirhnjúkur, dove percorriamo un paio di km a spasso tra pozze di fango ribollenti e bocche di vapore e infine scendiamo verso valle per andare a visitare il cratere Hverfjall, alto 452 metri e con un diametro di 1040 metri. Saliamo fino alla bocca del cratere e ne ammiriamo il suo interno. Anche oggi siamo fortunati con il tempo e abbiamo una media di 18-20 gradi che ci accompagna tutto il giorno. Siamo anche fortunati che verso sera arrivano un po’ di nuvole che ci facilitano la salita verso il cratere.

Una volta fatte le fotografie di rito (e non solo quelle di rito…) scendiamo e ci dirigiamo a vedere la vicina grotta Grjótagjá, dove al suo interno nasconde una pozza d’acqua calda (non più balneabile) che si aggira attorno ai 45 gradi. Nel frattempo si son fatte e 18.00 e decidiamo di proseguire e finire il giro del lago Myvatn, il quale ci regala degli scorci molto suggestivi. Una volta ritornati a Reykjahlío puntiamo verso nord in direzione Húsavik, e mentre percorriamo la cinquantina di km che ci sparano da Húsavik ci gustiamo il panorama sulla natura incontaminata.

Una volta giunti a destinazione cerchiamo un campeggio che ci gusta, e ne troviamo facilmente uno a una decina di km di distanza. Il campeggio è tranquillo e si affaccia direttamente sul mare. il proprietario ci accoglie calorosamente e ci sembra un buon punto di appoggio per la notte. Una volta che abbiamo trovato il posto che più ci aggradava per sistemare il furgoncino ci facciamo una bella doccia e prepariamo una minestra di cereali e verdure per cena.

Il programma di domani è quello fare un’escursione per vedere le balene: Húsavik è conosciuta per la facilità nell’avvistare le balene durante le escursioni in barca.

2 giugno 2023

A caccia di balene

Dopo una notte tranquilla (e soleggiata) ci svegliamo con le nuvole, ma la temperatura è ancora mite (12 gradi), facciamo colazione con skyr e pane alla segale* (qua lo usano come pane, ma a noi sembra più una torta) e poi decidiamo di andare a “caccia di balene”.

*a dirla tutta si potrebbe dire che abbiamo mangiato pane e formaggio, dal momento che lo skyr è un formaggio e non uno yogurt 🙂

Posteggiamo al porto di Húsavik e prendiamo i biglietti per un tour in gommone dove c’è una buona possibilità di avvistare le balene e di vedere anche le pulcinelle di mare (puffin). Abbiamo un po’ di tempo prima del tour, quindi facciamo due passi per il porto e ci beviamo un caffè. Alle 10.00 ci troviamo per ricevere l’equipaggiamento e le informazioni di base (giubbotto salvagente,…) e alle 10.30 partiamo con il gommone. Siamo una decina di partecipanti e la nostra guida, Rui, è un biologo marino. Come prima cosa navighiamo in direzione di un isolotto che è conosciuto per essere la seconda più grande colonia di pulcinelle di mare d’Islanda (conta all’incirca 100’000 pulcinelle di mare). Da lì riusciamo a vederle e a fotografarle bene, mentre Rui ci spiega che le pulcinelle sono monogame, che entrambi i genitori covano l’uovo e che scavano lunghe gallerie (fino oltre 1 metro) per deporre l’uovo in un luogo sicuro. Ogni anno le pulcinelle si ritrovano nello stesso posto per riprodursi, la cova dura attorno ai 40 giorni e per altri 40 il pulcino viene nutrito dai genitori. L’età media di un puffin è di 20-25 anni. Le pulcinelle sono anche delle abili nuotatrici, posso andare a una profondità di 60 metri senza problemi, mentre quando volano (a causa del loro peso e dell’apertura alare ridotta) devono continuamente sbattere le ali e questo le rende facilmente identificabili anche da lontano.

Una volta viste le pulcinelle di mare andiamo alla ricerca delle balene, in questo periodo, nella zona di Húsavik, è molto probabile avvistarle, ma in ogni caso non garantito! Navighiamo un po’ al largo e a un certo punto avvistiamo degli sbuffi in mare….ed ecco che si delinea davanti a noi la schiena di una balenottera azzurra*…dopo un attimo ne vediamo una seconda! Siamo molto fortunati, perchè gli avvistamenti di balenottere azzurre sono molto più rari, difatti ne abbiamo viste due su 8’000 che vivono nell’oceano atlantico. Stiamo un po’ ad aspettare che risalgano e dopo diversi minuti facciamo ancora un paio di avvistamenti. Restiamo a vedere le balenottere azzurre per diversi minuiti e dopo un po’ di calma piatta (si fa per dire perchè il mare è decisamente mosso per i miei gusti) ci spostiamo alla ricerca delle megattere, che in genere stanno meno al largo, sono più facili da avvistare e più spettacolari da vedere. Ancora una volta siamo fortunati, e avvistiamo diverse schiene e code di megattere.

*balenottera azzurra: può raggiungere i 30 m di lunghezza (l’equivalente di 3 pullman in fila) e pesare fino a 150’000 kg. Può restare più di 2 ore sott’acqua prima di emergere per immagazzinare nuovo ossigeno. Noi abbiamo potuto vedere il 10% della sua vastità.

Dopo più di due ore al largo il safari finisce, rientriamo al porto e poi andiamo a pranzo in un ristorante conosciuto per il pesce. Finito l’ottimo pranzo saliamo sul nostro furgoncino e iniziamo a viaggiare in direzione delle Goafoss (delle cascate spettacolari…anche se probabilmente con il sole sarebbero state ancora più belle), finito alle cascate proseguiamo in direzione Grenivik, percorrendo parte del fiordo più lungo di Islanda.

Arrivati a Grenivik, piccolo paese dove in quel momento soffiava un vento spropositato, Andy prova a pescare, ma rinuncia velocemente… Decidiamo che non è il posto ideale per fermarci per la notte, quindi ripercorriamo nella direzione opposta la strada fino a Akureyri (la seconda città di Islanda), dove troviamo un tratto di mare più pescoso e meno ventoso.

pesce passera…

Finita la bizzarra battuta di pesca (vedi fotografie) attraversiamo Akureyri e ci spingiamo fino a Hauganes (che si trova praticamente dall’altro lato del fiordo rispetto a Grenivik) dove troviamo un campeggio che si affaccia sul mare. Prepariamo una super cena al volo e poi Andy (vista l’assenza di vento) decide di andare a pescare ancora un po’…l’idea sarebbe anche quella di avere un po’ di pesce da mangiare nei prossimi giorni!

3 giugno 2023

in trasferta verso i fiordi occidentali

La battuta di pesca serale di Andy è finita attorno a mezzanotte, ma oltre a essersi divertito ha fatto un bel bottino che fungerà da posto nei prossimo giorni.

Oggi il tempo è ancora coperto e particolarmente ventoso quindi decidiamo di fare gli ultimi fiordi nel nord per poi spostarci verso i fiordi occidentali. Come prima tappa saliamo fino a Siglufjöròur e poi percorriamo tutta la costa fino a Hofsós, li proviamo a pescare, ma le raffiche di vento oggi sono decisamente indecenti quindi proseguiamo fino a Sauòárkrókur dove fatichiamo a trovare un bar o ristorante per mangiare…quando finalmente ne troviamo uno optiamo per un semplice (e niente di speciale) Fish & Chip.

Dopo pranzo ci dirigiamo fino ad un laghetto che è segnato sulla guida della patente di pesca, ma anche lì troviamo principalmente raffiche di vento accompagnate a pioggia. Proseguiamo ancora per mezz’ora fino ad un altro laghetto, e lì rinunciamo ancora prima di avvicinarci a riva: si fatica a stare in piedi da talmente il vento è forte. Un po’ tristi per la situazione, ma non scornati proseguiamo verso l’inizio dei fiordi occidentali. Andy prova ancora a pescare un po’ sul mare, ma ancora una volta la situazione non è proprio soft. Con questo vento il tempo continua a cambiare e passiamo da cielo scuro e nuvoloso, a raggi di sole splendenti…e tutto questo fa sì che il paesaggio sia ancora più suggestivo. Oggi, in tutti i chilometri che abbiamo percorso, abbiamo incrociato solo qualche villaggio isolato e qualche fattoria, pochissimi turisti e in generale pochissime persone. Una volta arrivati a Hólmavik troviamo un campeggio tranquillo e possiamo sistemarci per la sera e la notte. Andy cucina una squisita zuppa con il merluzzo pescato ieri e durante la serata programmiamo le tappe di prossimi giorni.

4 giugno 2023

alla scoperta di fiordi occidentali

Dopo essere andati a letto presto (attorno le 22.30) con l’idea di svegliarci altrettanto presto (un po’ prima delle 7.00) alle 3.00 ricomincia il vento forte, anzi fortissimo che ci impedisce di continuare a dormire al piano superiore del furgoncino, malgrado sia posizionato a favore di vento. Alle 4.30 abbiamo già fatto il pieno dell’acqua e siamo già in strada in direzione Súòavik. Scolliniamo un passo dove ai lati della strada c’è ancora neve e la temperatura scende fino a 5°e durante il nostro tragitto siamo spesso accompagnati da raffiche di vento, ma proseguiamo imperterriti finché Andy non decide di provare a fermarsi un paio di volte a pescare lungo i fiordi (impresa abbastanza difficile dato il vento fastidioso).

Alle 9.00 siamo al centro della volpe artica, ma prima di visitarlo necessitiamo di un caffè per poterci sentire più svegli e in forma! Bevuto il caffè visitiamo il piccolo centro dove al suo interno ci sono alcune volpi impagliate e dei pannelli esplicativi inerenti la volpe artica: si tratta dell’unico mammifero nativo d’Islanda, sembrerebbe che siano arrivate durante l’era glaciale. La loro stazza è più piccola rispetto a quelle che si trovano dalle nostre parti, hanno un mantello molto folto e possono sopportare tranquillamente fino una temperatura di -70°, il pelo è soggetto alla muta, per potersi mimetizzare meglio in base alla stagione. All’esterno del centro c’è un piccolo recinto dove vivono due orfani di volpe artica.

Finita la visita al piccolo centro facciamo una camminata di un paio di chilometri per vedere la cascata di Valagil e rientrati dalla camminata ci spostiamo in direzione Isafjöròur, dove troviamo un suggestivo ristorante (Tjöruhúsiò) allestito in un edificio del 1781. Servono menu fisso, compreso di zuppa di pesce, pescato del giorno, caffè/te e biscotti. Mangiamo delle ottime guance di merluzzo fritte, della sogliola saltata, merluzzo cotto al forno con olive e pomodorini, pesce lupo con salsa bernese (alla modalità islandese) e pesce pollock in agrodolce. Finito il pranzo visitiamo l’annesso museo dove sono esposte curiosità degli anni 20, tra cui delle esche, una tuta da palombaro e altri oggetti interessanti.

Finita la visita del museo proseguiamo verso la cima del fiordo, alla ricerca di un laghetto pescoso e una volta raggiunto il laghetto e dopo esserci annunciati al proprietario nonché fattore peschiamo un po’, anche se siamo senza speranze visto il vento e il fondo basso (infatti non abbocca mezzo pesce). Riscendiamo dal fiordo e ci fermiamo ancora una volta a Isafjöròur, dove questa volta facciamo degustazione di birre artigianali (alla Dokkan Brugghús), dopodiché andiamo fino a Suòureyri grazie a una galleria di 9 km (parzialmente a senso unico, ma con abbastanza piazze di scambio) che è stata costruita solo nel 1996 (prima il villaggio di pescatori era completamente isolato).

Lì Andy prova ancora a pescare un po’ nel mare, ma nulla…e finita la pausa ritorniamo parzialmente da dove siamo arrivati (deviamo a metà galleria) e andiamo in direzione Flateyri, dove troviamo un campeggio letteralmente deserto. Lì Stefan ci accoglie e ci fa sistemare dove il terreno non è troppo zuppo d’acqua (quindi accanto all’edificio principale). Intanto il tempo si è girato da ventoso a piovigginoso…e in quel momenti ci siamo detti: meglio la pioggia che il vento tempestoso…ve lo assicuro!

5 giugno 2023

a zonzo tra fiordi e cascate

La serata di ieri, in quanto a vento, sembrava prometter bene…di fatto alle 0.45, dopo l’ennesima raffica di vento infernale, allestisco il letto all’interno del furgoncino e candidamente invito Andy a scendere dal tetto…ecco, così finalmente inizio a dormire anch’io…e dormiamo così bene che ci svegliamo dopo le 8.30. Ci diamo una sistemata e mentre programmiamo le tappe della giornata facciamo colazione. Come prima tappa mettiamo Thingeyri dove ci fermiamo per un caffè e poi proseguiamo fino alle cascate di Dynjandi. Le cascate inizialmente sembrano affollate perchè hanno scaricato tre pullman di turisti, ma fatti i primi metri di sentiero restiamo sempre in meno e la passeggiatina risulta più gradevole.

Dopo la cascata ci dirigiamo a Bíldudalur dove pranziamo al caffè Vergamot: il paesino è molto piccolo e non ha scelta, ma riusciamo a mangiar bene! Finito il pranzo Andy si diletta a pescare un po’ nel mare e poi partiamo in direzione Patreksfjördour, lì ci aspetta un laghetto dove peschiamo per un oretta (Andy si diverte con un paio di trote, io invece prendo solo freddo alle mani).

Dal laghetto proseguiamo lungo il fiordo fino al faro di Bjargtangar (si tratta del punto più occidentale d’Europa se si escludono le Azzorre). Durante i vari chilometri di guida sulle montagne che compongo i fiordi, il tempo continua a cambiare dalla pioggia alla nebbia e infine sulla scogliera troviamo il sole e temperature miti. Camminiamo un po’ sulle scogliere a strapiombo sull’oceano (arrivano ad un altezza di 400 metri) e osserviamo gli uccelli che vi nidificano (in particolare gabbiani e urie).

Finita la passeggiata dobbiamo, rientrate dalla stessa strada sterrata di montagna da dove siamo venuti (già, di lì non prosegue nulla) e una volta usciti dal fiordo prendiamo la direzione di Brjánslaekure e ci feriamo in un campeggio sull’oceano dove anche stasera siamo gli unici ospiti… Oggi tra un fiordo e l’altro abbiamo visto delle baie di sabbia dorata, delle fattorie abbandonate e montagne ancora innevate: il paesaggio continua a cambiare e a sorprenderci.

6 giugno 2023

verso la penisola di Snaefellsjökull

Oggi la sveglia suona presto presto e come prima cosa andiamo alle hot tube di Hellulaug, che si trovano a 10 minuti da dove abbiamo dormito. Le hot tube sono semplicemente delle vasche di acqua calda, in questo caso si tratta di una pozza naturale al bordo dell’oceano dove la temperatura dell’acqua è di 38 gradi. Di hot tube ce ne sono disseminate di tutti i tipi in tutta Islanda. Andy, da buon temerario, si tuffa prima nell’oceano gelido, io invece vado dritta nella pozza, anche perchè la temperatura dell’aria stamattina è di 4 gradi…e questo mi è bastato.

Ci godiamo in tranquillità il bagno caldo con vista sull’oceano e poi ripartiamo in direzione Bjarkalandur e nei 115 km che percorriamo vediamo un bellissimo paesaggio sull’oceano, qualche fattoria sparsa qua e la e pochissime tracce di civiltà…A Bjarkalandur, dove c’è solo una pompa di benzina self service (perchè l’hotel con annesso ristornate è chiuso), Andy riesce a scovare un laghetto e si cimenta nella pesca alla trota fario…dove prende un bell’esemplare.

Finita la pesca ripartiamo in direzione Búòardalur e negli altri 60 km che percorriamo siamo ancora accompagnati dal nulla. L’unico cosa che assomiglia a un ristorante è una caffetteria all’interno di un museo, dove preferiamo non pranzare con la zuppa del giorno (sembra la solita minestra prodotta da una bustina), ma di prendere solo un caffè e proseguire fino a Stykkishólmur e prima di arrivare a Stykkishólmur assistiamo anche a un recupero di un auto finita in un fosso. Stykkishólmur è un tranquillo e colorato villaggio sul mare, dove possiamo passeggiare un po’ nella zona del porto e mangiamo un ottimo e fresco Fish & Chip da un food truck.

Finita la pausa merenda andiamo alla ricerca di un altro laghetto, oggi la temperatura sale raramente sopra i 5° e il vento, anche se non è troppo forte, è decisamente artico. Fatta la piccola, ma dissestata, deviazione di qualche km Andy si cimenta ancora nella pesca, ma anche le sue mani a un certo punto reclamano per il freddo e quindi ripartiamo in direzione Grundarfjöròur.

Sulla strada fotografiamo un campo di lava e quando raggiungiamo Grundarfjöròur facciamo una tappa apero/cena , tanto orami oggi siamo totalmente sballati con gli orari che ogni cosa va bene! Andy si prende una bella birra con un cocktail di gamberetti, mentre io alla mia birra accompagno la specialità dell’Islanda, l’Hákal: carne di squalo groenlandese , che per poter essere mangiata deve prima letteralmente marcire sottoterra per 6 mesi…il mio resoconto? Strana, ma niente di terrificante, anche se sì, il gusto di ammoniaca si sente! Anche il cuoco è venuto a controllare chi avesse ordinato il piatto vichingo…e ovviamente si aspettava che io mangiassi i gamberetti e Andy lo squalo. Dopo cena guidiamo ancora per una ventina di minuti fino a raggiungere Ólafsvik, dove ci fermiamo in un campeggio comunale.

7 giugno 2023

alla scoperta della penisola di Snæfellsjökull

L’obiettivo della giornata è quello di esplorare il parco nazionale dello Snæfellsjökull, come prima cosa al mattino ci dirigiamo alla punta estrema della penisola e vaghiamo nei campi di lava, poi saliamo al piccolo cratere Saxhöll.

Stamattina il tempo è incerto e inizialmente siamo solo accompagnati dalla costante aria gelida. Dopo il cratere andiamo sulla costa e camminiamo qualche chilometro nella baia di Djúpalónssandur, dopodiché facciamo un’altra camminata sulla costa all’altezza di Arnastrapi fino a Hellnar. Tornati dalla passeggiata ci fermiamo a pranzo in un Kaffi semplice e caratteristico, dove mangiamo il tipico pasticcio di pesce con patate e concludiamo con il dessert locale: skyr con panna e un pizzico di miele!

Finito il pranzo arriva la pioggia e noi con il nostro furgoncino percorriamo il resto della penisola di Snæfellsjökull fino ad un laghetto magico…dove inizia a piovere più forte con raffiche di vento. Il laghetto è magico perchè da quelle parte i pescatori si sentono dei supereroi e sfidano imperterriti anche le peggiori condizioni meteorologiche. Il risultato è tanto freddo, molta pazienza e niente pesci…però ci si sente dei supereroi!

Finita la pesca estrema ripartiamo in direzione Borganes, dove prima facciamo spesa in un market con prodotti locali (tra cui uova di anatra), e poi pausa in un pittoresco negozio di fiori che funge anche da caffè, lì pianifichiamo le prossime tappe e ripartiamo quindi per le Hraunfossar (letteralmente “cascata del campo di lava”, in quanto le acque cristalline di questa cascata scaturiscono da sotto un campo di lava), nel frattempo la meteo si è girata in sole regalandoci degli scorci particolari di paesaggio.

Dopo la cascata ritorniamo da dove siamo venuti e ci portiamo già in zona Glymur (la cascata più alta d’Islanda) e ci sistemiamo in un campeggio all’interno di una fattoria, tranquillo e accogliente e Andy prepara un ottima carbonare con uova di anatra e cipolle (versione dei poveri e on the road).

8 giugno 2023

la cascata Glymur e tanta pioggia…e vento

Dopo una bella dormita all’interno del furgoncino decidiamo di provare lo skyr che abbiamo comprato ieri al mercato locale, e vi assicuro che il vero skyr non è uno yogurt, ma un formaggio, anche se è buono, denso e cremoso, resta pur sempre un formaggio! Dopo colazione raggiungiamo il posteggio che ci permetterà di prendere il sentiero per la cascata Glymur. Valutiamo quale sentiero prendere e decidiamo per quello che costeggia il fiume/canyon, ma dopo il primo chilometro io devo affrontare uno dei miei demoni: guadare un fiume e restare sospesa su un tronco…purtroppo oggi questa sfida non me la sono proprio sentita di superarla e quindi abbiamo dovuto dirottare su un terzo sentiero che sale accanto al canyon senza dover attraversare il fiume. Apparentemente il sentiero sembra chiuso, ma riusciamo a percorrerlo tutto senza difficoltà fino alla cima.

Per tutta la strada siamo accompagnati dalla pioggia e una volta arrivati quasi in cima arriva anche il vento fortissimo, però la vista sul canyon è un vero spettacolo, peccato solo che da questo lato la cascata non è visibile per intero. Una volta in cima scendiamo dal sentire ufficiale e in meno di un’ora siamo al posteggio. Una volta che ci siamo sistemati ripartiamo e ci fermiamo a pranzo in un caffè vicino ad un laghetto senza superpoteri: oggi il tempo è troppo indecente per permettere qualsiasi tipo di pesca! Finito il pranzo, date le previsioni meteo non in miglioramento, andiamo in direzione Reykjavik dove ci fermiamo in una piccola distilleria di whisky a fare degustazione.

Finita la degustazione ripartiamo ed esploriamo la penisola di Reykjanes, dove troviamo ancora pozze sulfuree ribollenti, diversi campi di lava e la famosissima (e super affollata) Blau Lagoon. Con una giornata così ci saremmo immersi volentieri anche noi nell’acqua calda, ma se non si prenota prima è pressoché impossibile riuscire ad entrarci, infatti avremmo dovuto aspettare 3 ore per, forse, avere un posto.

Dopo la laguna blu andiamo alla ricerca del ponte sui due continenti, dove la placca tettonica euroasiatica incontra quelle nord americana e lì facciamo le fotografie di rito. Al ritorno dalla penisola di Reykjanes ci fermiamo dove c’è una delle sorgenti termali più calde: l’acqua tocca i 100°. Questa sorgente è famosa perchè ai tempi dell’inquisizione lì ci buttavano le streghe.

Ormai anche oggi si è fatto tardi, quindi cerchiamo un campeggio in un luogo che potrebbe rilevarsi strategico per la giornata di domani, dato che ormai siamo in una delle zone più turistiche e famose d’Islanda. Ci fermiamo vicino a Selfoss in un campeggio molto tranquillo, con pochi campeggiatori e lontano dalla strada, la proprietaria ci dice che il tempo domani dovrebbe migliorare e noi vogliamo crederle.

9 giugno 2023

nel mezzo del circolo d’oro

Dopo un’altra notte piovosa e ventosa facciamo colazione con gli avanzi della zuppa di ieri sera e subito dopo partiamo in direzione Gulfoss, dove ammiriamo le cascate. In quel momento la pioggia si è placata, ma veniamo in ogni caso investiti da una folata di vento bagnata proveniente direttamente dalle cascate, che da circa lo stesso risultato della pioggia di ieri.

Appena rientriamo al furgoncino ricomincia il diluvio e quando ci fermiamo, poco più avanti, al parco geotermale di Geysir piove a dirotto, quindi con pazienza ci equipaggiamo e usciamo a visitare il parco. Aspettiamo più di 15 minuti per vedere sputare il geyser Strokkur che però oggi fa il pigro e butta pochissima acqua in aria. Visitiamo le altre pozze sulfuree e ritorniamo al nostro mezzo. Mettiamo i vestiti impermeabili ad asciugare e scegliamo come prossima meta un ristorante consigliato dalla fedele Lonely Planet, che anche stavolta non ci delude.

Mentre pranziamo con una buona zuppa di pesce e un hamburger di renna, valutiamo cosa fare più tardi. Il tempo sembra di nuovo in miglioramento, quindi osiamo ad andare a vedere le Brúarfoss, ma ne restiamo molto delusi, forse perchè, a differenza di come vengono descritte, non appaiano di certo come le cascate più blu d’Islanda…ma lasciamo giudicare voi dalla fotografia!

Dopo la cascata decidiamo che è arrivato il momento di metterci sul serio ammollo e quindi andiamo alla piscina termale di Laugarvatn. Lì ci scaldiamo e rilassiamo per un paio d’ore, dopodiché una volta che abbiamo finito con la spa andiamo diretti al parco nazionale Thingvellir e camminiamo all’interno della falda tra i continenti euro asiatico e nord americano, dove vediamo anche le bellissime cascate Öxarárfoss.

Dal momento che sono già le 18.00 i grandi pullman di turisti non ci sono più e questo fa sì che giriamo più tranquillamente tra le varie attrazioni. Verso le 21.00 siamo già in un campeggio all’interno del parco nazionale e Andy prepara un ottima pasta di soia al curry e verdura.

10 giugno 2023

…il ritorno del sole

Finalmente stamattina ci svegliamo con il sole, sistemiamo il furgoncino e partiamo per la prima tappa della giornata: il lago Thingvallavatn, si tratta del lago più grande d’Islanda e la sua caratteristica è quella di contenere 4 specie di salmerini artici preistorici. Andy pesca per un po’ e poi decidiamo di partire per il cratere Kerith, si tratta di un cratere non troppo grande, ma particolare perché di colorazione rossa, con al suo interno un laghetto azzurro.

Dopo il cratere andiamo alla ricerca della Hjalaparfoss una cascata facilmente accessibile, dopodiché ci dirigiamo verso una cascata ben più grande e spettacolare, la Háifoss. A livello teorico la strada che arriva al posteggio è percorribile sono con un mezzo 4×4, ma di fatto lo raggiungiamo senza problemi e così, una volta arrivati, ci lasciamo affascinare dalla cascata e percorriamo il sentiero che scende fino alla base del canyon e ammiriamo la potenza della natura. Oggi la meteo ci regala nuvole e raggi di sole, concedendoci anche dei bellissimi arcobaleni.

Ormai sono già le 14.30, ma decidiamo di proseguire ancora verso Hella, lungo la strada ci fermiamo solo per una breve pausa caffè, mentre poi pranziamo alla guida, con patatine e skyr (beh…siamo in vacanza, concedeteci qualche schifezza!). Poco prima di arrivare a Hella ci fermiamo un’oretta a pescare in un laghetto e…quasi quasi ce la faccio, ma no, non riesco a prendere la mia prima trota…

Una volta raggiunta Hella, dove ci sono tante fattorie e allevamenti di cavalli, proseguiamo verso altre due cascate: Selijalandsfoss e Gliúfurárbui. La prima cascata non sembra niente di speciale, ma una volta che ci si avvicina regala dei fantastici giochi di arcobaleno e la vera sorpresa è che si può andare dietro alla potente massa d’acqua che scende, mentre la seconda cascata è praticamente nascosta dietro a dei massi, incastrata in un affasciante canyon.

Finito il tour delle cascate cerchiamo un capeggio per la notte e lo troviamo a mezz’ora di strada, cena…blog e nanna…ormai questa è la nostra routine serale.

11 giugno 2023

cascate ne abbiamo ancora da vedere?

Come prima cosa stamattina andiamo alla Skógafoss, una cascata di 62 m, che come la leggenda narra, sembrerebbe che dietro di essa ci sia nascosto uno scrigno d’oro. Dopo le fotografie di rito saliamo i gradini che ci portano alla cima della cascata e prendiamo un sentiero che corre lungo il fiume fino a delle altre cascata qualche chilometro più avanti. Durante la nostra camminata arrivano anche i primi raggi di sole, mentre le nuvole si stanno diradando.

Una volta tornati alla base ci spostiamo di qualche centinaio di metri e andiamo alle meno frequentante, ma non meno belle, Kvernufoss questa cascata fa un salto di 20 metri e atterra in un laghetto circondato dal muschio. Seguendo il sentiero, si riesce a passare fin dietro alle cascate in modo da apprezzare ancora una volta appieno la potenza della natura.

Nel frattempo si è anche fatto mezzogiorno e optiamo per un veloce Fish&Chips in un food truck lì vicino: e possiamo dire che è stato uno dei migliori Fish&Chips mai mangiati fino ad oggi!

Dopo pranzo ci mettiamo in strada per una ventina di minuti finché arriviamo alla riserva naturale Dyrhòlaey, da dove si può vedere l’arco di Dyrhòlaey. Più avanti c’è anche la spiaggia nera di Reynisfjara che è delimitata da un incredibile gruppo di colonne basaltiche, le quali ricordano l’organo di una chiesa, inoltre tutta la scogliera ha una conformazione particolare di basalto contorto. La spiaggia e le colonne basaltiche ricordano anche il duomo di Milano e la sua piazza negli orari di punta: difatti oggi c’è davvero molta gente anche qua!

Scendiamo a piedi fino in fondo alla spiaggia e siamo messi a dura prova dal vento fortissimo, ma riusciamo a ritornare al nostro furgoncino per poi poter andare a degustare qualche birra in una birreria a Vík. Finita la degustazione ci rimettiamo in strada e arriviamo fino a poco prima di Kirkjubaejarklaustur, lì andiamo a camminare per un paio di chilometri sul canyon di Fjaòárgljúfur, dopodiché è quasi sera (ma per niente buio) e decidiamo quindi di fermarci in un campeggio in zona, prepararci un ottima cena e goderci la serata di sole e temperatura mite (abbiamo toccato i 18° nelle ultime ore). Ridendo e scherzando, tra una camminata qua e un giretto là oggi abbiamo percorso all’incirca 15 km!

12 giugno 2023

nella terra dei ghiacciai

Oggi la giornata prevede di visitare la parte più a sud dell’isola, compresa del ghiacciaio più accessibile e delle lagune ad esso legate. Partiamo abbastanza presto e il sole splende alto in cielo, e durante il percorso ci fermiamo in un qualche punto panoramico a fare fotografie. È talmente bello e caldo che decidiamo di fare colazione lungo la strada in un’aera picnic.

Una volta che raggiungiamo il posteggio ufficiale del parco nazionale dello Skaftafel prendiamo il sentiero che ci porta facilmente alle Svartifoss, una cascata non troppo alta, ma bella perché emerge dalle colonne basaltiche nere.

Proseguiamo il nostro trail fino a raggiungere il punto panoramico di Sjónarnípa, dal quale si gode la vista sul ghiacciaio Skaftafellsjökull e la sua laguna. Dopo 3 km di sentiero rientriamo al posteggio e proseguiamo con il furgoncino, fermandoci poco più avanti dove c’è un sentiero che conduce direttamente ai piedi del ghiacciaio Svínafellsjökull, lì possiamo vedere da più vicino il ghiacciaio e anche quanto si è ritirato negli anni.

Sono già le 13.00 e quindi decidiamo di mangiare un boccone nell’unico ristorante della zona per poi proseguire sulla Hringvegur fino a Fjallsárlon, una laguna glaciale molto suggestiva e non troppo gettonata dai turisti (specialmente se si accede dalla vecchia strada strerrata e non dal nuovo posteggio, dove arrivano anche i pulman). La laguna non è grandissima, ma permette una bella visione sul ghiacciaio.

Finito il giro nella laguna riprendiamo il furgoncino e ci fermiamo poco più avanti nella più conosciuta Jökulsárlón, lì gli iceberg sono più grandi e l’acqua è azzurra e abbiamo la fortuna di vedere delle foche nuotare e un iceberg capovolgersi. Poco più avanti alla Glacier Lagoon c’è la altrettanto famosa Diamond Beach: una spiaggia nera dove la laguna sfocia verso il mare. Gli iceberg, che possono impiegare fino a 5 anni per uscire dalla laguna e finire in mare, lì galleggiano verso la spiaggia e a volte si fermano formando delle affascinanti sculture di ghiaccio, come fossero diamanti.

Una volta finito con la spiaggia guidiamo fino a Höfn, dove stiamo un’oretta nella piscina comunale in ammollo nelle pozze calde e poi andiamo a cena al Pakkhús. La zona è famosa per gli scampi, quindi per cena possiamo solo ordinare che piatti a base di scampi. La giornata è giunta al termine e quindi per la notte ci fermiamo nel campeggio di Höfn.

13 giugno 2023

ultimi giorni

Anche oggi ci svegliamo con il sole e, dopo aver fatto benzina, partiamo per la penisola di Stokksnes, lì c’è un campeggio con un caffè, che però è strapieno di gente (la coda per entrare arrivo fino al terrazzo). Valutiamo se farci il giro a piedi della penisola, che è cosparsa di oggetti particolari, in quanto vi è stato allestito un set cinematografico non ancora utilizzato, ma ci sembra un po’ troppo kitsch e quindi, senza aver bevuto il caffè e senza aver visitato la penisola, giriamo l’auto e imbocchiamo la N1 e guidiamo in un paesaggio surreale, con la nebbia che sale dal mare e il sole che illumina le montagne.

Per diversi chilometri non c’è traccia di anima viva, vediamo solo pecore e qualche fattoria sparsa qua e la. Dopo quasi 1 ora di strada ci fermiamo a fotografare una cascata che avvistiamo dalla strada e poi proseguiamo fino a Djúpivogur dove facciamo una breve pausa caffè.

Lì decidiamo di proseguire fino ad un laghetto che abbiamo “casualmente” scovato sulla guida della patente di pesca e ci fermiamo qualche ora, ovviamente anche oggi c’è un po’ di vento, ma nulla di ingestibile e, mentre Andy pesca, io preparo una pasta leggera leggera… e dopo pranzo mi diletto anch’io nella pesca. Oggi la mia pesca è andata un po’ meglio, ma la trota si è slamata prima di poterla guadinare…vabbè, riproverò domani!

Finito con la pesca decidiamo di visitare un microbirrifico poco distante e facciamo la solita degustazione delle birre. Sono già le 17.00 e quindi ci spostiamo verso il porto, passando dall’entroterra, e ci fermiamo in un campeggio lungo la strada (dopo che Andy ha provato ancora a pescare in altri due laghetti).

Il campeggio (che affitta anche cottage) è molto carino, ben strutturato e si trova all’interno di una fattoria. Domani sarà il nostro ultimo giorno in Islanda, prima di prendere il traghetto del ritorno, quindi stasera ci mangiamo le ottime trote fario che Andy ha pescato oggi.

14 giugno 2023

…giornata di sole, cavalli, pesca e relax

Ieri ho deciso che era arrivato il momento di fare anche un giro a cavallo, lungo tutta l’isola abbiamo trovato spesso allevamenti che proponevano gite, ma non era mai il momento o il posto giusto, invece questa fattoria, e le persone che la gestiscono, mi hanno subito ispirato. Stamattina alle 9.30 iniziamo a conoscere Johanna e i suoi cavalli, assieme a noi c’è una coppia di pensionati germanici e Kitti, l’aiutante di Johanna. Il mio cavallo si chiama Kyrrð (che significa tranquillità/calma), mentre quello di Andy è il cavallo più giovane della combriccola e la sua caratteristica è che pensa sempre al prossimo pasto…ma non ci ricordiamo più il suo nome.

Selliamo i cavalli e partiamo a fare la nostra passeggiata tra i campi in fiori e i piccoli boschi islandesi, circondati da una bella vista sulle montagne…è tutto molto rilassante e piacevole, anche perché il sole splende e riscalda in un modo abbastanza eccezionale per essere in Islanda.

Dopo la nostra ora a cavallo riprendiamo il furgoncino e andiamo a Egilsstaòir, che dista una ventina di minuti, e troviamo “casualmente” un microbirrificio dove facciamo la ormai abituale degustazione, accompagnata da un’inaspettatamente buona focaccia al Camembert. Finito il pranzo comperiamo l’acqua per il traghetto di domani e prediamo un dessert: qualcuno sceglie il gelato e qualcun’altra lo skyr…

Infine torniamo a pescare nel laghetto del primo giorno delle nostre vacanze, così possiamo dire di aver chiuso il cerchio, con un meteo più favorevole e un po’ meno vento. Peschiamo entrambi e Andy prende (a mosca) un bel salmerino. Dopo la pesca andiamo ai bagni termali Vök (che sono nello stesso laghetto dove stavamo pescando) e ci rilassiamo per l’ultima volta nelle piscine calde che hanno una temperatura che varia dai 38 ai 41°, mentre il lago oggi ha una temperatura di 15°. Finito il relax pendiamo una piazzola nel campeggio e ci ci piazziamo al bar e, mentre io scrivo il blog e Andy lavora un po’, ci gustiamo anche una buona birra.

15 giugno 2023

…ultimo giorno in islanda

La serata di ieri si è conclusa in birreria, con una pizza più che mediocre e la degustazione di qualche birra. Durante la notte veniamo svegliati da una roulotte che, con poca discrezione, si è accampata vicino a noi…e il rumore del trapano per mettere a livello il tutto non è nei più silenziosi…specialmente a quell’ora! Dopo aver capito cosa stava succedendo ritorniamo a dormire, anche perché la sveglia è presto: abbiamo 40 minuti per arrivare al porto dove ci aspetta la nave del ritorno.

Percorriamo gli ultimi chilometri in Islanda, accompagnati ancora dal sole e dalla tranquillità. Una volta arrivarti al porto ci mettiamo in coda per fare il ceck-in e mentre io sbrigo le pratiche Andy è già al lavoro. Questa volta non possiamo attendere entrambi in auto l’imbarco, ma veniamo separati (questo per poi permettere alla nave di salpare più velocemente e avere meno gente che vaga per i piani inferiori del traghetto). Decidiamo che Andy resta in auto, così può continuare a lavorare, mentre io prendo il bus che mi porta nella zona imbarco passeggeri.

Attendiamo con pazienza che la nave attracchi, che tutti scendono e poi il nostro imbarco. Alle 12.30, come da programma, la nave salpa e l’uscita dal fiordo è lenta e tranquilla. Una volta che siamo in mare aperto scopriamo che il mare è decisamente più tranquillo rispetto all’andata e quindi ci riusciamo a goderci un po’ di più la nave (e non solo la camera!)

16-18 giugno 2023

…di ritorno

Il viaggio di ritorno in traghetto è stato tranquillo, senza mare mosso e con il bel tempo. Questa volta lo stop alle Isole Faroe è durato solo mezz’ora ed è avvenuto durante la notte, quindi la navigazione verso la Danimarca è durata solo due giorni. Alle 12.30 arriviamo a Hirtshals, sono 26 gradi e splende il sole. Scendiamo dal traghetto, facciamo benzina e ci mettiamo in strada: direzione casa. Guidiamo tranquilli dandoci regolarmente il cambio e non troviamo particolarmente traffico: il navigatore ci fa fare alcune deviazione per evitare il caos di Hamburgo e quindi viaggiamo senza code. Alle 23.15 ci fermiamo in un’area di servizio, allestiamo l’interno del furgone e dormiamo qualche ora…alle 6.00 siamo già in piedi, prendiamo un caffè e ripartiamo. Guidiamo le ultime 5 ore e domenica 18 giugno, prima di mezzogiorno, siamo già in Ticino!

Comments (4):

  1. Roberta Maffi

    2 Giugno 2023 at 4:43

    Bellissimo, noi prendiamo spunto

  2. Geppetto di Arosio

    2 Giugno 2023 at 18:16

    Ragazzi mi sembra anche questo un viaggio favoloso
    buon proseguimento

  3. Samantha Meleca

    15 Giugno 2023 at 4:16

    Ciao ragazzi! Che meraviglia! Ci avete fatto viaggiare con voi 🤩! Buon rientro 😘

  4. Claudia Sciarini

    17 Giugno 2023 at 6:26

    Che meraviglioso viaggio! Spero che al rientro il mare sia clemente 😉

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